nuova atletica molinella
gruppo podistico
Acido Lattico di Saverio Fattori

 

Giovedì 10 Luglio ore 22.00

 

Enoteca del Carro

Via del Carro, 9

BOLOGNA

Saverio Fattori presenta Acido Lattico

Un noir sul doping…aspettando Pechino 2008.

 

Con la partecipazione Giulia Gadaleta (giornalista) e Annaluisa Santinelli (editor)
 
Per informazioni:
Enoteca del Carro: 051.2960018
Chiara Di Domenico, ufficio stampa Alberto Gaffi editore: 320.7212610
 

Alle soglie di Pechino 2008, il primo noir sul doping nell’Atletica Leggera ispirato a fatti veri:

L’Atletica Leggera, l’avvicinarsi minaccioso dei trent’anni per un atleta agonista, il miraggio di Pechino, un suicidio per motivi minacciosamente vicini, fanno di Acido Lattico un noir sullo sport. Noir non solo perché indaga il mistero di un suicidio, ma soprattutto perché prende in considerazione la metà oscura di una passione, quella per la corsa, in tutte le gradazioni dell’agonismo spesso sconosciute all’opinione pubblica. L’acido lattico intossica i muscoli, è la manifestazione dello sforzo e della stanchezza, della debolezza umana, ma negli atleti la soglia di sopportazione può alzarsi incredibilmente per battere un record. Ad ogni costo. Niente a che fare, dunque, con l’evasione, la libertà, il gioco. L’Atletica Leggera a livelli di eccellenza ha ben poco di ludico: preparazione estenuante e dedizione assoluta, competizione e rivalità con chi arriva prima e nessuno spirito di gruppo. A raccontare in prima persona, Claudio Seregni, classe 1980 e la corsa come unico scudo verso il presente: razzista per terrore del diverso che odia in strada come in pista, una fidanzata annoiata e “accessoria”, ossessionato dal fallimento, passa le serate cercando in rete le promesse mancate dell’atletica leggera, quasi sempre suoi coetanei, indagandone le vite e le scelte, e conservandone le foto come trofei al negativo. Claudio scandisce le sue giornate tra allenamenti sfibranti e i consigli di due preparatori atletici che decidono per lui. Per sopportare nuovi carichi di lavoro in pista e sognare le Olimpiadi di Pechino, in fuga dall’incubo del dilettantismo, Seregni ignorerà le remore etiche iniziando a sperimentare combinazioni farmacologiche sempre più pericolose. Durante una delle sue navigazioni tra i fallimenti altrui, Claudio si imbatte in Clara, una giovane promessa non mantenuta del mezzofondo passata agli studi umanistici. Clara è il suo fantasma personale: stessa provenienza (un nord asfittico e congestionato), stessi allenatori, un sospetto di emotrasfusione a quattordici anni come ipotetica causa della sua fine. Decide di conoscerla, ma prima di incontrarsi Clara si toglie la vita. Improvvisamente e impercettibilmente, Claudio alza la testa. Comincia a farsi domande mentre corre.

Un romanzo sull’agonismo estremo, sull’individualismo degli ultimi venti anni che nello sport ha trovato varco e terreno fertile, lasciando spesso vittime sul campo. Un noir che non risparmia dettagli sul doping, sulle tecniche e gli escamotages, sulla realtà più bieca senza giri di parole, una cronaca avvincente e incredibilmente umana in bilico tra sport e attualità.

“Quando un estraneo mi chiede che lavoro faccio, con una sobria aria di superiorità sul mio interlocutore, dico: i cinquemila.

Mi compiaccio di quei secondi di imbarazzo e curiosità e attendo la replica. Cosa fai? Corro, sui cinquemila metri ho ottenuto i risultati migliori. Atletica! Fantastico! Gli anelli, il corpo libero! No, quella è la ginnastica, ho detto che corro. Atletica leggera. E ti pagano? Non abbastanza. Beh, non è mai abbastanza, ma fai una cosa bellissima. Non ho le ferie e nessuna forma di previdenza, corro dodici mesi all’anno,in genere due allenamenti al giorno, se ho un infortunio e non posso gareggiare si fa pesante, non corro per un gruppo sportivo militare, la mia società mi passa un mensile fisso ridicolo. Capisco. Non credo. No davvero, immagino i sacrifici, ma anche le soddisfazioni. È tutto automatico, non sono soddisfazioni, non c’è allegria, al massimo è un provvisorio allentamento della tensione, una buona gara è solo un sollievo, come togliersi un paio di scarpe di due numeri più piccole. E perché ti metti due scarpe strette? Penso per avere un’identità, tutti dobbiamo averne una. L’interlocutore a questo punto cerca una scusa per allontanarsi senza sembrare scortese”.

Saverio Fattori ha pubblicato i romanzi Alienazioni Padane e Chi ha ucciso i Talk Talk? entrambi per l’editore romano Alberto Gaffi. Suoi racconti sono inseriti nell’antologia Remote p@role edita da Pendragon, Con gli occhiali da sole anche di notte edita da Giulio Perrone Editore in Roma, Copyleft sempre per le edizioni Gaffi, Il primo bacio fa schifo per Coniglio Editore, MOBBING ottoracconti, edizioni Farelibri. Scrive su www.blackmailmag.com e www.carmillaonline.org, collabora con GQ e Correre. Altri suoi scritti compaiono e scompaiono in rete. Sono reperibili su: www.terranullius.it www.private.it, www.el-ghibli.provincia.bologna.it, www.wumingfoundation.com, www.percezionesociopatica.blogspot.com, www.lastrategiadellariete.org. Scrive testi per progetti di video arte e cortometraggi insieme all’associazione Curvatura 10 (http://www.curvatura10.it/cinema.html). Lavora in una fabbrica padana e ha ben chiaro il concetto di Postfordismo. Corre da sempre, non va né piano né forte. Va.

Saverio Fattori

Acido Lattico

Alberto Gaffi editore in Roma

Pgg. 120

€ 11,00