Correre una maratona al giorno, come Dean Karnazes e seguire una dieta da orso polare, non è cosa da prendere ad esempio. È una patologica sfida con(tro) il nostro corpo e i sui limiti. Non gli perdoniamo il lento degrado, non accettiamo nessun crollo, intolleranti come siamo alla naturale ritenzione idrica, al rallentamento metabolico, al calo dei livelli di testosterone. Sfibrarsi nelle Ultramaratonein situazioni estreme ( il deserto va per la maggiore, deserti di sale, di sabbia, di ghiaccio, deserti mentali ) non è impresa eroica, ma un surrogato di attività agonistica da grottesco Guiness dei Primati. Basta un allenamento da mulo, un pacchetto turistico tutto compreso in qualche agenzia viaggi e il capolavoro è fatto. L’inutile gioco al massacro può compiersi per nutrire un ottuso ego ipertrofico.
Gli sport estremi sono frequentati da atleti mediocri ossessionati da metodologie di preparazione deliranti. In assenza di talento, la quantità sostituisce la qualità. Paradossale, in questa era folle in cui tutti si impastano la bocca con il termine Eccellenza.
Il vero sport, non è figlio di entusiasmi postdatati per professionisti di mezz’età affetti da edonismo. Deve crescere, formarsi dalle categorie giovanili ed evolvere gradualmente, in logica e disciplina. I veri atleti sono sempre meno, e il futuro è già scritto. Il crollo verticale dei giovani che praticano l’atletica è tragico.
Gli over 40 che presentano sintomi di iperattività paranoide invece aumentano. Giocano ai Supereroi che non mollano. Frequentano medici sportivi che per cifre elevate elaborano programmi di allenamento e integrazione farmacologia personalizzati.
- Doctor, voglio fare la Maratona di New York in autunno.
- Perché mai? Lei ha tutto. E’ manager in una multinazionale, ha una bella moglie, è abbonato alla stagione teatrale. Cosa la spinge a trascinarsi in mutande al freddo, per quarantadue chilometri, sulle strade di una metropoli occidentale?
- Non so… mi sembra una buona idea. Correre mi piace… anche un mio collega lo scorso anno…
- Dovrà lasciare l’albergo molto presto. Dovrà orinare e defecare nei pressi della partenza, camminare per chilometri, imbottigliato tra la massa, prima di poter iniziare a correre. Non sarebbe meglio cominciare con gare su distanze normali, attorno ai dieci chilometri?
- Troppo corte, troppo facile. Mi sono sempre posto obiettivi importanti nella vita. È fondamentale essere esigenti con sé stessi.
- Tenga conto che una tabella per la maratona prevede almeno un’uscita settimanale di lungo. Almeno 30 km. È molto impegnativo e il suo lavoro le porta via tutta la giornata.
- Mi sveglierò alle sei di mattina, mi allenerò durante le trasferte di lavoro. Sono abituato ad aggirare ostacoli quando non posso saltarli. Userò il sabato e la domenica per gli allenamenti più impegnativi. Non si preoccupi, il costo dell’operazione non è un problema…
- È disposto a mangiare salmone alla griglia sette giorni su sette?
- E dove lo trovo il salmone…?
- Le posso procurare l’attrezzatura necessaria, la canna, le esche… ma la pianti con la fissa della maratona di New York.